Live da Vrindavan

Nel Satsang di oggi via livestream, Paramahamsa Vishwananda continua a rispondere a diverse domande inviate da persone di tutto il mondo.

Jai Gurudev a tutti!

D: È possibile stabilire vera pace e felicità in un mondo libero da ogni afflizione, o questo mondo di Maya sarà sempre un luogo di sofferenza?

A dire il vero, ognuno intende la felicità a modo proprio. Alcune persone trovano la felicità anche stando qui in questo mondo, perché il Signore Stesso si cela all’interno di questo mondo di Maya. Coloro che percepiscono il Signore attraverso il velo di Maya raggiungono la vera felicità.

Nella Bhagavad Gita, nel Capitolo 13, verso 25, Krishna illustrò diverse modalità per ottenere il Signore. Egli disse che alcuni Lo ottengono tramite lo stesso Sé, alcuni Lo ottengono per mezzo della conoscenza, e altri per mezzo del Karma Yoga. Nel verso 26, Egli continua la spiegazione, dicendo che anche coloro che sono in stato tamasico Lo otterranno, in modi differenti.

Dunque, se facciamo un’analisi, vediamo che Egli ha aperto diverse vie affinché tutti possano raggiungerLo. I grandi saggi avevano quella conoscenza. Non c’è solo un tipo di persona in grado di ottenere il Signore, tutti sono chiamati a raggiungerLo, in qualunque modo, ovunque si trovino. Coloro che siedono in meditazione profonda e hanno una mente calma, hanno quella visione interiore, quella connessione con il Signore Stesso. Coloro, che attraverso la loro intelligenza – non pensiate che quando parlo di conoscenza mi stia riferendo alla conoscenza dei libri. Parlo della conoscenza interiore, dove la mente e l’intelletto sono in uno stato di quiete, e un certo grado distacco è stato compreso e messo in pratica veramente. Quando si ha quel tipo di comprensione, allora certamente il sentiero della conoscenza porterà all’illuminazione.

Poi, abbiamo coloro che non sono in grado di meditare e che non riescono a fare molto, a dire il vero; essi trovano la felicità nel servire gli altri, nel fare cose pratiche, prima di tutto dimenticando se stessi. Il Karma yoga significa mettere da parte se stessi, aiutare gli altri, così come essere felici per gli altri.

Perciò, vedete, non c’è una sola via per poter trovare la vera felicità, ma all’interno di questo dobbiamo sapere qual è l’obiettivo principale. Nella domanda viene detto “se è possibile trovare, in questo mondo di Maya”, sì, possiamo, perché il Signore prevale su tutto. Quando abbiamo tale chiarezza e quella comprensione profonda che Egli è l’obiettivo, allora il nostro modo di vedere le cose cambierà; realizziamo quindi che qualsiasi cosa facciamo, da qualsiasi prospettiva, ovunque siamo, la stiamo facendo per Lui. È questo che dobbiamo instillare profondamente dentro di noi, ricordandocelo in continuazione. Molto spesso lo si dimentica facilmente, perché quando andiamo nel mondo esteriore, veniamo intrappolati dalla bellezza apparente delle cose, e facilmente ce ne dimentichiamo. È là che il japam diventa importante. Perché, quando facciamo japam, quando cantiamo il Nome del Signore, continuiamo a ricordarci della Sua presenza, continuiamo a ricordare a noi stessi che, qualsiasi cosa facciamo, la nostra vita è per Lui e noi siamo Suoi.

Pertanto, ovunque voi siate, qualsiasi cosa stiate facendo, non dimenticatevene mai. Continuate a cantare. Anche se non avete un mala, continuate a recitare il Suo Nome.

Sapete, qui a Vrindavan, ovunque andiate, tutti vi saluteranno dicendo “Radhe, Radhe”. Ovunque guardiate, sugli alberi, sui muri, ovunque troverete scritto “Radhe”. È un promemoria; ovunque andiate, vedrete un’immagine del Divino, tutti vi diranno “Radhe Radhe”. Lo vedrete scritto sui muri, sempre come promemoria, perché non dovreste mai dimenticarvi del Divino in qualunque cosa facciate, ovunque voi siate, né del fatto che Egli è con voi.

D: Guruji, come si può chiedere perdono a qualcuno a cui si è fatto un torto, se non è possibile rivedere quella persona?

Questa è una domanda che viene posta spesso dalle persone – diciamo ad esempio che quella persona sia morta, e avete quel rimorso dentro di voi, sentite che avreste dovuto chiedere perdono quando quella persona era ancora qui, in vita, oppure non potete più rincontrarla. La cosa principale è che dovete avere quel sincero rimpianto dentro di voi. Se avete quel sincero rimpianto, se dite a voi stessi “avrei dovuto chiedere perdono”, sappiate che siete stati perdonati.

Prima di tutto, dovete imparare a perdonare voi stessi. Quando commettete un errore, potreste dire “sì, quella persona ha torto” o “x, y, z ha torto”, ma anche voi ne siete parte. È per questo motivo che sentite questo profondo rimpianto dentro di voi, pur dicendo: “Sì, avrei dovuto chiedere perdono, ma quella persona non è qui”. Prima di tutto, però, dovete imparare a perdonare voi stessi, poiché una mano non fa rumore da sola. Ci vogliono due mani per produrre un suono. Ciò significa che in parte, l’errore è dipeso anche da voi. Allora imparate a trovare tale perdono dentro di voi. Perdonate voi stessi, siate in pace. Ovunque sia quella persona, che sia viva o meno, che voi la possiate affrontare o meno, se imparate a perdonare voi stessi, ne sarete liberati. In tal modo, il perdono avverrà automaticamente.

Spesso si vedono le persone andare in giro a domandare – sapete, commettono un errore e poi vanno a chiedere perdono, “Oh, mi dispiace”. Non lo sentono veramente. In questo non vi è alcun potere. Perché, vedete, la lingua parla e basta; non ci sono ossa nella lingua, per cui è molto difficile tenerla a bada! Così, le persone dicono solo “Mi dispiace”, poi continuano a fare le stesse cose. Allora non c’è nessun perdono effettivo. Perché quando il vero perdono avviene, lo si avverte dentro. Quando rimpiangete davvero qualcosa, e sentite quel dolore dentro di voi, sappiate una cosa: siete stati perdonati. Per via di quel dolore che sentite, per via di quella sincerità che sentite dentro, la vostra Atma vi ha perdonati. E automaticamente, quando vi siete perdonati, Dio vi perdonerà. E la persona stessa, che sia viva o no, ovunque si trovi tale Atma, quel perdono giungerà anche a voi. Tale è la sincerità nel chiedersi prima di tutto “Sono stato davvero perdonato da quella persona, quella persona mi ha perdonato?”. Prima imparate a perdonare voi stessi.

D: Caro Guruji, qual è la differenza tra l’avere fede che il Guru e Dio si prendano cura di ogni cosa, e l’aspettativa che il Guru e Dio si prendano cura di ogni cosa?

Guardate, quando avete fede sapete che, qualsiasi cosa facciate, la Grazia sarà con voi, e che tutto andrà bene, comunque sia. Non ci si sentirà ingannati o tristi, essendo certi che era giusto così. Lo sapete, “Sì, ho fede nel fatto che il Guru e Dio sappiano cosa sia meglio, e qualsiasi cosa mi daranno, io la accetto.”.

Quando si hanno aspettative, la differenza consta nel dire “Sì, io credo che il Guru e Dio se ne stiano occupando, ma deve essere nel modo che io desidero”. E quando ciò non avviene nel modo in cui ce lo si aspettava, si sentirà tanta tristezza, tanta frustrazione e rabbia. Tutto ciò va di pari passo con le aspettative.

Il Signore Krishna Stesso disse che la causa per la quale la mente non può essere calma, sono le aspettative. Quando le persone hanno aspettative, mettono i loro bisogni al primo posto. Non hanno davvero fiducia. Dicono “Sì, abbiamo fiducia nel Guru, abbiamo fiducia in Dio”, non è davvero così. Dicono “Sì, abbiamo fiducia, ma deve essere come io voglio che sia”. E’ qui che sorgono la frustrazione, l’infelicità e la rabbia.

Quando avete davvero fiducia nel Guru e in Dio, qualsiasi cosa arrivi, c’è totale accettazione. E dove c’è una completa accettazione, vedrete che tutto fluirà.

D: Guruji, sapendo che viviamo nello stesso momento storico del nostro caro Satguru sulla Terra, a volte ci sentiamo così benedetti da sentire di essere già liberati. È così, oppure questo è in realtà il momento in cui dobbiamo lavorare più duramente per la nostra liberazione?

No. Vedete, se durante la vita avete una tale Grazia di essere qui, con il Satguru, su questo piano, in questo tempo, è una grande benedizione. Non significa che dovete lavorare molto duramente, dovete semplicemente imparare ad ascoltare. Molto spesso è molto difficile ascoltare cosa il Guru ci chiede, perché è molto semplice. Voi cercate di complicarvi la vita, dandola vita stessa per scontata, cercate anche di  dare quella relazione per scontata,  ma una tale opportunità non l’avrete in ogni vita. E se Dio vi ha dato quell’opportunità, consideratevi davvero benedetti. Non consideratevi semplicemente benedetti senza far nulla, consideratevi davvero benedetti e fate ogni cosa possibile per ottenere quella Grazia, perché il Guru possiede qualcosa. Il Guru racchiude un tesoro che Gli è molto caro, ed è pronto a donarlo quando percepisce che siete pronti.

Nel Capitolo 11, verso 4, della Bhagavad Gita, Arjuna pregò il Signore Krishna. Anche nel Capitolo 3 disse “Se Tu vedi che sono pronto, per favore, concedimi la visione di chi Tu sia”. Nel Capitolo 11, verso 4, disse “Non so quanto io sia pronto. Non so se posso gestire ciò che voglio vedere, ma Tu lo sai, Tu detieni quella Grazia, e se Tu pensi che io sia pronto, se Tu vedi che sto facendo ogni sforzo per essere pronto, e che ne sono degno, per favore, concedimela”. Anche l’Atma chiede la stessa cosa al Guru. Voi siete qui in un momento simile. È un momento benedetto che stiamo vivendo, ma dovreste pensare: “bisogna che mi prepari a  riceverla”.

Altrimenti, ho visto molte persone che attraverso la Grazia di Dio, grazie a diversi karma del passato, i loro samskara passati, per la grazia che hanno ottenuto attraverso molte vite, hanno preso rifugio ai Piedi del loro Guru, ma non hanno potuto gestire la Grazia del Guru. Allora, ciò per cui devi pregare è di poter essere pronto, studiando veramente gli insegnamenti che il Guru ha donato. Questo è proprio il tempo in cui si viene chiamati a conoscere il proprio percorso. Sforzati di ottenere una comprensione più profonda del perché sei su questo percorso, perché Bhagavan ti ha chiamato ad essere, prima di tutto, un Vaishnava. Soprattutto, perché sei un essere umano? Cosa significa essere un essere umano? Questo è ciò che importa.

Innanzitutto, prima di poter accettare il tuo Sé Divino, devi imparare ad accettare il tuo sé umano. Se non puoi accettare il tuo sé umano, come puoi gestire il tuo Sé Divino? Quando guardi il tuo lato umano, vedi tutti i difetti, vedi tutta la tua negatività, ti concentri su questo, non vuoi cambiare, quindi come puoi accettare il tuo Sé Divino? Dunque, il Guru sta aspettando che queste cose si trasformino. Quando sarai pronto a gestire qualcosa di più grande, allora il Guru te la darà. Questa è la Grazia che il Guru possiede. Questo è il tesoro più prezioso che Egli detiene; fare in modo che tu sia pronto a ricevere qualcosa di più che puoi comprendere con la mente stessa.

Jai Gurudev a tutti!

Mando a tutti voi tanto Amore e un grande abbraccio!