Live da Vrindavan
Jai Gurudev a tutti!
Come stavo dicendo, il mondo sta andando in paranoia, è paranoico, e la paranoia si è davvero insediata nella testa di tutti.
Anche qui a Vrindavan, vedete, le persone, le autorità, anche loro stanno diventando un po’ ‘kuku’ di per sé. E, come sapete bene, se conoscete la burocrazia indiana, tutto ruota intorno alla carta, carta, carta; se date loro un foglio di carta, domani vorranno un altro foglio e l’indomani torneranno di nuovo chiedendo ancora più carta.
È come se si dovesse continuare a stampare carta e a consegnargliela. E, naturalmente, questo è anche dovuto ai vicini. Perché qui hanno quella certa mentalità che gli occidentali, gli stranieri, sono la causa del Coronavirus in India, e forse è in parte vero, ma vedete, classificano tutti nello stesso contenitore. E ogni volta che vedono stranieri, vedono [fa segni di virgolette con le dita] ‘Corona virus’.
Purtroppo non è solo qui. In Germania, anche lì nell’ashram, durante tutti questi anni ci siamo attenuti a tutto, a quello che il governo dice, a cosa dico noi vicini, ogni volta che si lamentano, ma comunque hanno ancora un problema con noi. Vedete, alle persone piace il loro problema, a loro piacela loro preoccupazione, la loro paura. Nonostante la gioia e la felicità, vedere persone felici non le rende felici.
Cercano di essere miserabili, ed è per questo che penso Bhagavan abbia dato loro qualcosa per essere infelici proprio ora. Perciò, cosa fare? Ecco perché abbiamo avuto alcuni problemi, ecco perché il satsang è stato ritardato un pochino. Ma vedete com’è, le persone sono persone. Guardate, sto indossando una bella T-shirt di Shiva oggi, e sulla testa di Shiva c’è Krishna, e dietro c’è Sriman Narayana. Penso che sia proprio lì dove dobbiamo stare. Così come la mente di Shiva è sempre, costantemente, su Rama, allo stesso modo noi non dovremmo preoccuparci di queste persone. Quindi, questo era un piccolo riassunto di quello che sta succedendo qui e nell’ashram in Germania.
Perciò, chiederò a Swami Revati di fare la domanda.
D: Caro Guruji, ci dici sempre di seguire l’esempio dei Santi, ma la mia mente è turbata perché quando ci hai dato da fare i 16 giri di japa, ci hai detto di non farli troppo velocemente. Sto guardando la Tua diretta in streaming e Tu li stai facendo così velocemente. E’ perché sei fortemente focalizzato o è qualcos’altro?
PV: [ridendo] In realtà, quando stiamo recitando, io non sto recitando ‘Om Namo Narayanaya’. Sto recitando, ‘Vitthala, Vitthala, Vitthala, Vitthala’. Ecco perché vado più veloce. [ridendo] Beh, vedete, mentre recito, la mia mente ha la visione di Vitthala e Rakhumai. La loro visione è davanti a me. Ecco perché stiamo interagendo, sto interagendo con loro. [ridendo] Perciò, ecco perché posso recitarlo. Normalmente, anche se non lo recito, non importa, perché in ogni respiro io mi ricordo di loro, sapete. Sto recitando non per me ma per tutti voi.
Lo faccio anche per ispirarvi a recitare quotidianamente il Nome di Dio. Perché qui, ovunque, come ho detto dall’inizio del nostro satsang, ci viene ricordata continuamente la presenza di Dio nella nostra vita. Così, quando recito velocemente o lentamente, lo sto facendo con lo stesso atteggiamento e la stessa fede, anche se dovessi andare a fare le altre cose della vita quotidiana. Quindi, è vero, ho detto di recitare, perché, vedete, tutti voi dovete imparare a calmare la vostra mente, ma nella mia mente non c’è nulla, quindi non c’è niente da calmare. [ridendo] Allora, io posso recitare, posso gridare il Suo Nome, correre, non importa, finché sto recitando il Nome del Signore. E anche per voi è lo stesso, sapete. Potete recitare il Nome di Bhagavan in qualunque modo vi sentiate di farlo, fintanto che lo cantate con fede e devozione, questa è la cosa più importante. Se recitate ma non avete fede in ciò che state recitando, naturalmente, questo avrà un certo effetto. Ma se fatto con fede, amplifica i Nomi Divini e dà un così grande potere in ciò. E questa è la cosa più importante. E mi piace, in realtà, davvero, – aspetto quel momento, guardo l’ora, quando saranno le 04:15 così posso sedermi lì e recitare con tutti voi, davvero. Quindi…
D: Caro Guruji, qual è il modo migliore per coltivare l’umiltà?
PV: [sospiro] Vedete, se dicessi che l’umiltà è solo come un chilo di riso, potreste andare semplicemente al negozio e comprarla, sarebbe molto più facile. Molto spesso quando le persone parlano dell’umiltà, ne parlano come se fosse un chicco di riso, che potete semplicemente andare al negozio e acquistare qualcosa, ‘Oh, sì, sono molto umile’. No! L’umiltà è – come dire –un processo di allenamento che dura tutta la vita. Non è da un giorno all’altro. Non è dicendo, ‘Sono umile’, che diventate umili. Invece, trasformando il modo in cui vedete voi stessi, l’umiltà si risveglierà. Se siete colmi di orgoglio ed ego, pensate che l’umiltà si risveglierà? Potete dire, ‘Sono umile, sono umile, sono umile’.
Ho visto così tante persone, che pensano di essere molto umili, ma in realtà, quando si parla con loro, continuano a parlare solo di sé stesse. Non parlano di Dio, non parlano di nient’altro, ma di quanto sono grandi, di quante cose hanno. E si definiscono molto spesso umili. Così, l’umiltà è una virtù che vi mostra che più andate in profondità in voi stessi, più dovete essere umili. Dell’intera espansione delle cose, sapete, quello che vi rende arroganti è ciò che pensate di sapere. Vedete? Più pensate di sapere qualcosa, più molto spesso diventate arroganti.
Invece più pensate di dover ancora imparare molto, più questo vi renderà umili. Perché l’apprendimento non finisce mai. Dal primo momento in cui respirate, fate il primo respiro, fino all’ultimo, continuerete a imparare. Quindi, questa è l’umiltà, quando dimenticate ciò che conoscete di voi stessi. Ammettete di non sapere nulla e guardate voi stessi e vedetelo, non solo a parole, parole vuote, ma dandogli un significato, perché quando guardate voi stessi sapete chi siete? Conoscete voi stessi? Allora perché tutte queste parole affascinanti, quanto siete grandi, quanto siete meravigliosi? Tutta questa grandezza, tutta questa meraviglia il Signore la può portare via con un click. Questo è anche un momento simile. Vedete cosa sta succedendo nel mondo, dove questo virus sta rendendo umili tutti. Dal più alto al più basso, ciascuno sta diventando umile. A tutti viene ricordata la vita. Quindi, perché essere arroganti quando lascerete qui tutto e ve ne andrete? Questa è una cosa che non ho mai capito, perché le persone devono essere orgogliose di quello che hanno? È bene che abbiate lavorato, che abbiate guadagnato molto, questo è vostro. Ma perché diventare orgogliosi di ciò? Perché essere arroganti per ciò? Potete anche farlo in un modo umile.
Sapete, nella Bhagavad Gita, Capitolo 12, verso 2, in realtà, Bhagavan ricorda la qualità che un devoto deve avere. Disse tre cose riguardo a ciò. Disse, ‘Coloro che fissano la loro mente su di Me, coloro che venerano Me e coloro che hanno fede in Me, io li considero i più grandi yogi’. No? Il più – come dire? Il….
SVR: Il sentiero più elevato
PV: Il più elevato?
SVR: Il sentiero, sono nel sentiero più elevato. PV: Il sentiero, sono nel sentiero più elevato. Queste sono tre semplici cose. Molto spesso, nel sentiero della devozione, la gente dice, ‘Oh, sì, la devozione è molto semplice, molto– come dire – è per persone semplici’. In realtà non è vero. Quando osserviamo queste tre cose che Bhagavan ha detto, quali sono?
SVR: Forte fede in Lui?
PV: Sì, ‘Quelli che hanno forte fede in Me’. La fede non è proprio così, sapete. La fede non è ‘Oh, io credo in qualcosa ciecamente così’. Sapete. La fede vi rende note le cose che non conoscete. ‘Coloro che venerano Me’. Quando vediamo i devoti che venerano le divinità, sapete, per il mondo esterno la gente penserà, ‘Oh, mio Dio, queste persone sono stupide’! Queste persone sono ottuse, stanno venerando semplicemente una pietra o un pezzo di metallo. Ma non è vero. Quello che succede quando si venera la divinità, è che la vostra mente ha bisogno di qualcosa su cui focalizzarsi. Se si focalizza sul mondo, diventate schiavi del mondo; invece, alla vostra mente è stata data una certa immagine, un certo focus, un certo obiettivo. Quindi, la mente dei devoti non si focalizza su loro stessi, altrimenti il loro orgoglio e ego aumenterebbero. No! Loro si concentrano sulla forma del loro amato Signore. Sapete. Questo è l’oggetto della loro venerazione. Anche questo oggetto è limitato, sì, ma quella mente che non ha limiti, quella mente che è grande, sapete, ha imparato a focalizzarsi su quella Forma suprema. Perché la forma del Signore, anche se è limitata alla materia, contiene in realtà quella fede. Sapete, cosa abbiamo detto, se credete che una pietra sia una pietra, sarà una pietra. Ma se credete che quella pietra è Dio, diventa uno Shivaling. Allo stesso modo, quella credenza, nel momento in cui qualcuno sta praticando l’adorazione, quell’oggetto di venerazione diventa un focus e un’intenzione.
Allora Bhagavan disse, ‘E il terzo sono coloro che…?
SVR: ‘…focalizzano la loro mente su di Me’.
SVR: ‘…focalizzano la loro mente su di Me’.
PV: ‘Focalizzano la loro mente su di Me’. Vedete, questi tre suonano simili; coloro che hanno fede, coloro che Lo trovano in un oggetto e coloro che focalizzano la propria mente su di Lui, sono simile, eccetto il focus, – possiamo sedere in contemplazione, possiamo sedere e praticare japam, ma molto spesso la nostra mente sta girovagando intorno, giusto? Così, ma qui Bhagavan ha detto esclusivamente, ‘Coloro che focalizzano la loro mente su di Me, io lo considero come il più grande yoga’. Così, quel focus non è soltanto un mero focus. È un tale focus che tutta l’attenzione viene indirizzata verso un unico punto. Possiamo leggere un romanzo, immergendoci in esso come se niente fosse, così come le persone leggono un romanzo dopo l’altro, riempiendo la loro mente di così tante cose, ma ciò non ha alcun impatto sulla loro vita. Un romanzo cambia la vita di una persona? No, non lo fa! Ne potete leggere a centinaia, ciò non cambierà mai la vostra vita. Vi renderà, in realtà, più ottusi e stupidi, perché allora provate a – come dire – mettere in pratica ciò nella vostra vita pensando che, ‘Ah, sì, il principe azzurro verrà’, e tutte queste cose. E’ qui che iniziano a sorgere tutti i problemi. Ma quando avete il focus sul Signore, vi focalizzate sul Suo Leela, qualcos’altro si risveglia dentro di voi. Questa è la comprensione della vita stessa. Perché ciò che Bhagavan ha dato attraverso le sacre scritture, Bhagavatam, Bhagavad Gita e così via, riguarda il vostro viaggio di ritorno per capire chi siete veramente, sapete. Andate oltre quel concetto della mente, quel concetto degli organi dei sensi, che…[tossisce] – Scusate. Non è il Corona, non vi preoccupate. -Quel concetto dell’intelletto, sapete. Ma ciò accade soltanto attraverso l’umiltà. Non può avvenire in modo diverso. Quando parliamo dell’amore, del concetto completo di amore, certamente, ciascuno sente, ciascuno sa in un certo modo cosa è l’amore, ma l’amore in sé è una qualità molto umile. State rinunciando alla vostra libertà per qualcosa. Ecco cos’è l’amore. Lo vedete chiaramente quando due persone sono innamorate l’una dell’altra, vedete? Uno sta rinunciando alla propria libertà o entrambi stanno rinunciando alla loro libertà per sostenersi a vicenda, per essere in grado di affrontare tutto insieme.
Sapete, recentemente a causa di questo Corona virus le persone mi hanno mandato, alcuni devoti mi hanno mandato qualche immagine simpatica, anche qualche video spiritoso su quanto sia terribile quando le persone vivono insieme, sopportarsi a vicenda, cosa sta succedendo dopo tre, quattro giorni, è veramente divertente vedere ciò. [ridendo] Ma così è, vedete? Vi rende umili. [ridendo] Questa mattina ho ricevuto un breve video da qualcuno. Un uomo cerca di chiedere a sua moglie qualcosa e la moglie prende una cintura e comincia a colpirlo, c’era scritto ‘Dopo quattro giorni di quarantena’. Così, vedete, la natura sta ancora rendendo umile ciascuno anche a questo riguardo. [ridendo] Quindi, diventare umili avviene in molti modi. Proprio ora il mondo intero è chiamato all’umiltà, a prendersi del tempo, ad andare dentro in profondità. Davvero mi auguro che le persone capiscano ciò. Perché, come stavo dicendo prima, all’inizio del satsang stesso, stiamo sempre provando a diffondere l’Amore di Dio, ma non tutti in verità saranno capaci di comprenderlo. Ma questo è ciò che abbiamo. Mi fa venire in mente proprio ora una storia di due vicini. Un vicino, saggio e molto intelligente e molto ricco, comprò un bellissimo frutteto e in esso aveva una bella casa. Il suo vicino era un vecchio brontolone. Era molto geloso del suo vicino. Così, faceva di tutto per far arrabbiare il vicino, l’uomo con la bella casa, e davvero provò a fare del suo meglio. Buttava la spazzatura, faceva tutte cose – come dire – terribili per molestare il suo vicino, a causa della gelosia. Così, un giorno prese dell’immondizia e la spinse tutta sotto al cancello e lasciò lì il suo cesto. Quindi, quando il vicino saggio uscì, saggio e intelligente, quando venne fuori, vide la spazzatura, e cosa fece? Semplicemente ripulì tutto e poi prese il cesto, lo riempì con alcune belle mele, quindi andò dal vicino brontolone e bussò alla porta. Quando il vicino brontolone sentì bussare alla porta, si disse, ‘Sì! Sono pronto a combattere con lui, perché finalmente ha capito che dobbiamo lottare, dobbiamo davvero batterci l’un contro l’altro perché capisca che io sono più potente e più forte di lui’. Così, quando aprì la porta, vide l’uomo con il cesto; l’uomo gli porse il cesto colmo di mele e disse, ‘Ascolta, ti restituisco il tuo cesto con quello che ho’. Tu mi hai dato quello che hai, ma io ti sto dando quello che ho’.
Quindi, vedete, così ognuno dà all’altro quello che ha. Quindi, se siete umili, quello che avete dentro il vostro cuore, questo è ciò che darete a questo mondo
D: Guruji, ho avuto esperienze sia positive che negative con i Tuoi Swami. Se una persona non segue la guida di uno Swami, la conseguenza è la stessa di non seguire quelle del Guru, visto che sono i Tuoi rappresentanti? Oppure c’è qualche conseguenza?
PV: In verità, non ci sono conseguenze, perché gli Swami, i miei Swami, non sono il vostro Guru. Ciò che è importante è essere chiari su chi è il Guru. Io sono il Guru per tutti voi. Pertanto, sia che seguiate o menole direttive degli Swami, non c’è – come dire? Scusa?
SVR: Conseguenza.
PV: Conseguenza. Tuttavia, agli Swami è stato dato un certo incarico, capite? E, certamente, loro rappresentano me, un certo rispetto deve essere dato loro. Ma se iniziano a mettersi nel ruolo del Guru e si aspettano che le persone ubbidiscano loro o cadano ai loro piedi e mangino il loro prasad e così via, ho sentito molte cose simili, ciò è completamente assurdo. Così, i devoti dovrebbero sapere che anche se stanno ricevendo l’iniziazione dagli Swami, io sono l’unico Guru e sarò sempre l’unico Guru per loro. Che io sia qui fisicamente o meno, sarò sempre il loro Guru. Allora…
D: Caro Guruji, chi o cosa è Dio per te? Puoi, per favore, condividere l’essenza di cosa è Dio? Ho ricevuto così tante interpretazioni nella mia vita e vorrei averne soltanto una, per favore?
PV: [ridendo] Bene, hai avuto molte interpretazioni, e se ciò non ti ha dato la giusta comprensione di chi sia Dio, allora non penso che quello che ti dirò comporterà qualche cambiamento nella tua vita. [ridendo] Vedete, alle persone piace il concetto di Dio, a loro piace sentire cosa e come Dio deve essere secondo loro. Stanno cercando attraverso molti sentieri, attraverso molti modi, si aspettano che grazie a ciò qualcuno dirà loro, ‘Dio è così’, allora saranno felici.
C’era una volta, ho raccontato questa storia, un uomo che girava da un ashram all’altro, facendo sempre questa domanda, e naturalmente, nella sua mente aveva una determinata risposta, dentro la sua mente. Vedete, quando andate e ponete la domanda in questo modo, pensate già a una certa risposta che volete sentirvi dare. Dio deve essere un uomo vecchio con una lunga barba, molto severo e molto terrificante. Per alcuni. Ad alcuni piace il concetto di Dio che, oh, Dio è lì soltanto per esaudire i loro desideri. È come l’albero dei desideri, in qualsiasi momento, qualunque desiderio abbiano, a loro piace dire, ‘Oh, Dio, per favore, esaudisci quel desiderio per me’. Non sanno neppure se Dio sta ascoltando o no, sapete, tuttavia, lo fanno per il gusto di farlo.
E poi ci sono altri che sinceramente e veramente dedicano la propria vita a conoscere Dio. Vedete, voi aspettate che io risponda alla vostra domanda, ‘Chi è Dio?’, se vi dicessi, ‘Sì, Dio è Amore’, ciò risveglierebbe l’amore nel vostro cuore? No, non lo farebbe! Vedete? Se vi dicessi che Dio è beatitudine, questo risveglierebbe la beatitudine dentro di voi? No, non lo farebbe. E’ solamente attraverso la sincera dedizione, attraverso il sincero desiderio ardente per Lui, attraverso la sincera volontà di conoscerLo, che Lui rivelerà Sé stesso. Altrimenti, perché dovrebbe rivelarSi? Sapete, voi che vi spostate da un concetto all’altro, continuerete a spostarvi da un concetto all’altro perché nessun concetto vi renderà davvero felici. Perché, vedete, state sprecando il vostro tempo correndo dietro al concetto di Dio, invece che costruire la vostra relazione con Lui. Sorgerà ora la domanda, ‘Ma io non Lo conosco, come posso costruire una relazione con Lui?’ Questa sarebbe la domanda successiva dentro la vostra mente. Vedete, quando studiamo le sacre scritture, nessuno sa tutto. Dio rivela Sé Stesso. Capite? Quando non sapete qualcosa, andate e vi mettete a studiare. No? E allora attraverso lo studio – diciamo, gli scienziati inizialmente imparano prima attraverso i libri. Poi mettono in pratica in laboratorio ciò che vogliono ricercare. Otterranno i risultati successivamente. La stessa cosa, accade se voi dite, ‘Sì, voglio conoscere Dio, chi è Lui, cosa è Lui’ e così via, eppure non state facendo nessuno sforzo, e quello sforzo nel modo giusto, perché vedete, se vi sforzate nel modo sbagliato, di certo ne otterrete ancora più concetti. Oggigiorno, quando guardiamo questo mondo, vediamo che molto spesso alle persone piace solo il concetto di essere proprio felici. Lo sono davvero? No, non sono felici, è solo piacevole per le orecchie quel, ‘Sono felice, sì, sono felice’. Ma la vita non va così, no? Dovete trovare la vera felicità nella vita. Quando parliamo di Dio, non è solo un concetto, non è solo una mera parola senza potere. Dobbiamo arrivare a conoscerLo, dobbiamo arrivare ad amare davvero i saggi e i Santi, dobbiamo credere che loro hanno avuto questa relazione con Lui, che Lo hanno conosciuto.
Una volta c’era un giornalista. Sapete, qui in India, la gente, i Varkaris, camminano per molti giorni fino a Pandharpur per avere il darshan di Panduranga. Tra questi c’era un vecchio. Allora, c’era un giornalista che ha chiesto a quest’uomo, ‘Per quanti anni hai camminato fino a Pandharpur?’Il vecchio disse, ‘Ho camminato per 70 anni. Ogni anno cammino per un mese intero fino a Pandharpur per avere il darshan di Panduranga’.
E anche questo, vedete, ci sono milioni di persone che fanno questo camminano lì. Non entrano nel tempio per avere il darshan di Panduranga. Camminano ripetendo continuamente, ‘Vitthala, Vitthala, Vitthala, Vitthala, Vitthala’. Camminano per avere il darshan solo del Kalash, cioè il vaso in cima al tempio. Una volta che l’hanno visto, si inchinano, e tornano indietro. Che tipo di devozione è questa?
Allora il giornalista disse, ‘Ma non hai mai visto Panduranga? Hai camminato per 70 anni!’. Ma l’uomo rispose, ‘Sì, non L’ho mai visto, ma ho fiducia che Lui veda me”.
‘Come puoi avere fiducia?’
Disse, ‘Ho fiducia nella parola del Santo Dnyaneshwar, Tukaram. Ho fiducia nella parola dei Santi, perché loro Lo hanno visto, sono stati con Lui. È come con i cani qui nei dintorni. Di sicuro hai già sentito abbaiare un cane di notte. Se senti un cane abbaiare, subito tutti i cani del circondario iniziano ad abbaiare. Forse quel cane, un solo cane, ha visto il ladro. Tutti gli altri cani che abbaiano hanno forse visto dei ladri? No, non li hanno visti, ma si fidano del fatto che un cane che ha visto il ladro stia abbaiando per avvertire tutti gli altri. Si fidano di lui. Se i cani possono fidarsi gli uni degli altri, le persone possono fidarsi della parola dei Santi.
Ecco, e trovo che questa sia una risposta così bella. Se crediamo in quello che dicono i Santi e i sadhu e i Guru, e ci proviamo davvero. Non dico che si possa mettere in pratica tutto, ma almeno si può fare del proprio meglio per costruire il proprio rapporto con il Guru e con Dio. Abbiate quella Grazia che renderà Dio visibile a voi.
Finito?
Jai Gurudev!