Live da Vrindavan

Jai Gurudev a tutti!

Bentornati a Vrindavan!

Oggi per prima cosa volevo augurare a tutti voi un felice Yamuna Jayanti! È il giorno della comparsa di Yamuna Maharani e oggi è stato divertente. Abbiamo avuto un’esperienza divertente, in verità. Vedete, ogni giorno abbiamo fatto le preghiere tutti seduti, perché ci sono certe leggi proprio ora a causa del Corona virus e… qui ci proviamo, ma sapete com’è con la gente. Quindi, eravamo seduti molto vicini l’uno all’altro e, naturalmente, dato che la legge è la stessa ovunque, cioè che si dovrebbe stare a una certa distanza con le persone e soltanto poche persone possono essere presenti. Così, è stato divertente, stavamo festeggiando Yamuna Jayanti facendo l’abhishekam allo Yamuna Shila e abbiamo avuto la visita della polizia che è venuta e ci ha detto, ‘Sapete molto bene che a causa del virus non dovreste fare tutte queste cose’, e in realtà, era corretto, stavano solo facendo il loro lavoro, per ricordarci che non avremmo dovuto riunirci in quel modo, neppure per la preghiera. È sorprendente, eh? Ma, vedete, per motivi di sicurezza è una cosa importante, perché  un Guru Sick qualche giorno fa è mancato. Stava viaggiando in Europa per poi arrivare in India, si è recato in una ventina di villaggi per dare il suo satsang e così via, e ha contagiato più di 15 mila persone. Quindi, penso che sia ovvio che il governo stia prendendo precauzioni. Ma è stato divertente che all’interno ci fossero solo due persone a servire Yamuna Maharani. Ma ciò è anche un promemoria che tutti devono prendersi del tempo per rivolgersi all’interno, anche qui. Così, tutto è diventato molto tranquillo e molto shanti shanti ovunque. Non si vedono più persone, non c’è più nessuno in giro. Ma una cosa è bella, si riesce a sentire gli uccelli cantare. Gli uccelli stanno cantando dappertutto ed è meraviglioso, perché a Vrindavan prima non si sentivano mai cantare gli uccelli. E qui si vedono gli uccelli che volano in giro e la natura che fiorisce, e questo è bellissimo. Ieri stavo dicendo a Swami Revati, penso che il governo di tutti i paesi, che ci sia o meno il  Corona, dovrebbe mettere il proprio paese in isolamento per due settimane. È un’idea, che sia una buona o meno, ma quando si vede com’è la natura senza inquinamento; chiedevo ad alcuni devoti di Delhi com’è lì, mi hanno detto: “Oh, abbiamo il cielo blu! Cosa che a Delhi non ho mai visto. Nemmeno loro. E dicevano: “È incredibile avere il cielo blu, l’aria è più fresca e si respira meglio”. Anche qui a Vrindavan è la stessa cosa. In questo momento, normalmente, sarebbe stato terribile. Ricordo che l’anno scorso, quando sono venuto qui a Vrindavan, l’inquinamento c’era già fin da Delhi. La gente indossava delle mascherine, ma non per il virus, bensì per l’inquinamento. E quest’anno è diverso il motivo per cui le persone indossano le maschere. È incredibile da vedere per chi finora era lì a distruggere il mondo, la mente dell’essere umano, per loro è terribile, specialmente vedere la paura nella gente. Le persone passano la loro vita piene di paura, paura quando si vede il perchè nella gente scatta la follia, è un po’ strano. Una delle cose più strane è questo fatto della carta igienica, la follia della carta igienica.  Le persone non hanno paura di non avere cibo, ma hanno paura che non potranno pulirsi il sedere. È come se il Corona virus avesse creato una certa situazione: “Ah, adesso deciderò di andare al bagno, quindi per questo ho bisogno di molta carta igienica”.  È uno strano tipo di paura questa. È la fobia della carta igienica. È un po’ folle, no? Stanno ridendo tutti. Qualunque messaggio riceva ogni giorno, ce n’è sempre uno sulla carta igienica. È come se tutti avessero deciso: “Ora andremo solo al bagno, non c’è nient’altro di importante”.   Scusate, ma… è divertente. Ma vedete cosa la paura sta causando nella mente delle persone. In realtà, non c’è bisogno di avere paura. Rilassatevi. Vedete, come ha detto Krishna, c’è un tempo per nascere e c’è un tempo per morire. La maggior parte delle cose che stanno accadendo, credo che accadano principalmente a causa alla paura nella mente delle persone. Quindi, rilassatevi, prendete le vostre precauzioni e cantate il Nome di Dio, cantate il Nome di Ram. Proprio in questo momento stiamo celebrando, ci stiamo avvicinando alla nascita del Signore Rama. Penso che oggi siamo al quarto giorno, quindi prendetevi questo tempo per meditare sulla vita del Signore Rama, per leggere riguardo a Lui. Ora avete tempo, leggete della Sua vita, specialmente di ciò che Egli rappresenta.

Dunque, che dire? Chiederò a Swami Revati di pormi la domanda.

D: Caro Guruji, come possiamo bilanciare le nostre qualità femminili e maschili dentro di noi?

PV: Aha, questa è una domanda che le persone si pongono molto spesso. Vedete, in alcune persone la qualità femminile è più forte e in certe persone la qualità maschile è più marcata. Quindi, per giungere a un equilibrio, si arriva ad accettare se stessi così come si è. A seconda di quale qualità è predominante dentro di te, questo è il tuo modo di essere. Non c’è bisogno che tu sia diverso. Se qualcuno ha un problema con il tuo essere diverso, allora non è un tuo problema, è un suo problema. Perciò, imparate ad accettare voi stessi. Accettando voi stessi, sarete liberi. Capite? Il problema è che molto spesso noi siamo preoccupati, come ho detto precedentemente, di ciò che gli altri pensano di noi, cioè del giudizio degli altri. Noi trascorriamo la nostra vita, per il 90% della nostra vita viviamo quello che gli altri vogliono che noi viviamo. Quindi siete veramente voi stessi? No, non lo siete. Analizziamo questo e vediamo. Da quando eravate piccoli vi è stato insegnato come dovevate essere e se non stavate a certe regole, sareste stati considerati come degli emarginati. Ma chi tiene in considerazione ciò? Si tratta di voi, o degli altri? La maggior parte delle volte gli altri fanno queste valutazioni. E‘ come dire che per il 90% della vostra vita vivete quello che le altre persone vogliono che voi viviate. Allora, come potete essere liberi? Non potete essere liberi, perché nella vostra mente avete questa regola di buono e cattivo. Come ha detto Shakespeare, ‘non c’è buono, non c’è cattivo c’è solo il modo di pensare‘. Il modo in cui ti percepisci, come vedi te stesso, determina quale energia prevarrà dentro di te. Vedete, tutti hanno queste due qualità dentro di loro. Non c’è nulla che sia solo puro maschile o puro femminile. Voi siete una fusione di entrambi, maschile e femminile. Nella tradizione Hindu diciamo che che il nostro lato sinistro è la qualità femminile e il nostro lato destro è la qualità maschile. E vedete chiaramente che per la maggioranza è predominante, che tu sia donna o uomo, il lato destro, che è più forte rispetto al lato sinistro. E osserverete anche che gli organi di senso, il cuore, che è l’organo del sentire si trova sul lato sinistro. Quindi è il lato più sensibile. Perciò quando vi sminuite, che abbiate una qualità maschile o una qualità femminile predominante, questo non definisce chi siete. Voi non siete queste qualità. Non dovreste mai dimenticarvi di questo. Voi siete quell’Atma, e l‘Atma è oltre la qualità di genere. Voi non potete dire, quest‘Atma è maschio o quell’Atma è femmina.‘ No, l’Atma è solo l‘Atma. Non c’è Atma maschio o Atma femmina. Dunque, in alcuni, l‘Atma si trova in un corpo femminile – in alcune vite, scusate, l‘Atma è stata in un corpo femminile e in alcune vite l‘Atma è stata in corpo maschile. La domanda non riguarda il genere, riguarda chi sei tu, con che cosa ti stai identificando? Ti stai identificando solo con il genere, maschio o femmina che tu sia, o vuoi realizzare te stesso e risvegliarti da quell‘illusione di ciò che il mondo ha costruito? Perciò prima di tutto tu sei l’Atma, secondariamente tu sei un essere umano. In qualsiasi modo Dio ti abbia creato, Egli ti ha creato nel modo in cui sei e nella Sua creazione, come ho detto prima, non c’è imperfezione nella Sua creazione. Egli ti ha creato perfetto. Nel momento in cui impari ad accettare che sei come Dio ti ha creato, automaticamente accade il bilanciamento tra le due energie, perché c’è accettazione di sé. Nel momento in cui c’è accettazione di sé, nulla può smuoverti. Quindi ama te stesso così come sei, accetta te stesso come sei e sii felice di essere unico, e che Dio ti ama come Egli ti ha creato.

D: Guruji, nei Tuoi Commenti alla Bhagavad Gita Tu dici che Bhishma, Dhritarashtra e tutti quelli presenti all’umiliazione di Draupadi ebbero una comprensione distorta del loro dharma e dell’onore della parola data. Ma per me Rama essenzialmente fa lo stesso con Sita. Pur conoscendo la Sua purezza e fedeltà, Egli La scaccia nella foresta incinta dei Suoi figli, solo per  salvaguardare il fatto di attenersi a certe regole e alla tradizione. Bhishma e gli altri vengono criticati, eppure Rama è un esempio di rettitudine e del perseguire il dharma. Per favore, potresTi spiegarmi questo?

PV: Beh, di fatto non possiamo classificare Rama, Bhishma e Dronacharya tutti nella medesima categoria. Anche se sembra simile. Vedete, quando Rama ha inviato Sita nella foresta, innanzitutto Egli non era a conoscenza che Sita fosse incinta. E Rama non lo ha fatto per interesse, ‘Oh, si, guarda, Io sto salva guardando il mio prestigio, sapete, ecco perchè sto mandando via Mia moglie, questa moglie che ho cercato di ritrovare per 14 anni quando  fu rapita, diventandone pazzo.’ Pensate Che Egli l’abbia mandata via semplicemente così? No!

Dovete capire – come stavo spiegando pochi giorni fa mentre stavamo leggendo il Ramayana – con quanto dolore Rama fu costretto a dire ‘Si, Mia adorata moglie, devo mandarti via.’ Capite? Sita sapeva che ciò era per il bene del regno.

Ora torniamo a Bhishma, Dronacharya e così via, vedete, erano degli anziani. Rama era un re. Quindi, questi sono anziani e come è noto riguardo a Bhishma, prima di quell’incidente in cui Draupadi venne trascinata a corte, lui aveva promesso a Duryodhana che sarebbe rimasto per sempre fedele al trono e che non avrebbe detto nulla. Krishna gli ricordò questo, Egli disse, ‘No, vedi, essendo tu un anziano, puoi persino rompere la parola data. Capite. Se ti trovi in un momento in cui devi proteggere la dignità di qualcuno, puoi sempre revocare ciò che avevi promesso. Perchè questo è oltre  – come dire – è disumano. Quindi, se vedete che loro – come dire – le stanno togliendo i vestiti ….? Come si dice?

SVR: Spogliare?

PV: Sì. ‘…così all’aperto, davanti a tutti, voi stareste lì seduti a guardare? Non avreste alcuna reazione? Capite, in qualità di anziano, di nonno, come persona di una certa età dovreste aprire la vostra bocca e dire che è ‘sbagliato’. Ma lui non lo ha fatto, loro non lo hanno fatto. Come si sono comportati? Hanno solo abbassato la testa, completamente impotenti.

Perciò Rama, confrontando questo con Rama, a Rama è successo questo. Conoscete la storia di Rama che andava in giro per il Suo regno e c’era un uomo che lavava – come si dice –  un uomo che lavava i vestiti, e sua moglie arrivò con qualcun altro, quindi egli disse a sua moglie, ‘Guarda, io non sono così misericordioso come Rama. Per me, se tu sei andata con qualcun altro, è finita, prendi la tua roba e vattene.’ Rama aveva lasciato Sita con Ravana per così tanti anni, eppure, Egli accettò Sita. Ma c’è una cosa che le persone dimenticano. Vedete, molto spesso, riguardo a questa domanda, le persone non comprendono perché non hanno letto completamente il Ramayana. Vedete, la Sita che giunge al palazzo di Ravana era, in realtà, una copia di Sita stessa. La prima imitazione, clonazione, di fatto. Infatti accadde che Rama quando si trovò nella foresta, chiese ad Agni Dev di prendersi cura di Sita e dall’ombra di Sita uscì un’altra immagine di Sita stessa. Quell’ombra di Sita andò a Lanka. Fu quella che fu rapita da Ravana. Ma molto spesso questa storia, questo Leela, è stato ignorato, si dice ‘Oh, si, è Sita che è andata là’. In realtà, è la copia di Sita che è andata a Lanka.

Per quanto riguarda Lanka, adesso osserviamo Ravana. Ravana, pur essendo lussurioso, perchè questo era il modo in cui guardava Sita, egli desiderava sposare Sita. La rapì per questo. La prima volta che aveva voluto appoggiare una mano su Sita, una voce disse ‘Se tu La tocchi, morirai’,  e Ravana se ne ricordava. Quindi, Ravana non era una persona cattiva che La stava trattando in un modo molto spregevole. Sapete, quando Sita si trovava nel giardino di Ashoka, Ravana provava ogni giorno ad andare a trovarLa e a farle le sue avance, ma lui non ha mai voluto farLe violenza. Come sarebbe invece ai giorni nostri? Se fosse accaduto ai giorni nostri, povera Sita, scusa, perdonami, probabilmente sarebbe stata già violentata. Ma no, Ravana non lo fece. Avrebbe potuto, era molto potente, poteva saltarLe addosso e fare qualsiasi cosa volesse per soddisfare se stesso. Ma no. Egli tentò così tanto volte, sapete, di impressionare Sita, provò così tante volte a suscitare paura in Sita, dicendole che aveva ucciso Rama, con una qualche illusione le aveva portato la testa di Rama, ma di certo, quella Sita era comunque quella stessa ombra, capite, Lei restava nel ricordo del Signore Rama, Lei era completamente assorbita nel ricordo del Signore Rama. Quindi, per fare un’ulteriore verifica, anche dopo che Rama aveva ucciso Ravana, e Sita era lì, essi portarono Sita, ci si aspetterebbe che Rama gioioso corresse come nei film Indiani di Bolliwood e si buttasse tra le braccia della Sua amata,  che era andato a riprendersi. No, non andò così! Cosa disse Rama in quel momento, Egli disse, ‘Aspetta!’ E tutti rimasero scioccati. Egli disse, ‘Lei deve passare attraverso Agni Pariksha. Il che significa che, se lei fosse stata una moglie infedele dentro quella casa di Ravana per tutti quegli anni, Se lei fosse stata contaminata, sarebbe bruciata. Così prepararono la pira e, naturalmente, tutti rimasero scioccati riguardo al motivo per cui Egli stesse parlando così. Dunque, Sita stave seduta sulla pira e non appena venne acceso il fuoco, Agni Dev, La Divinità del fuoco, apparve e con Lui c’era un’altra Sita. E l’ombra di Sita scomparve. Allora, Agni Dev disse, ‘Rama, prendi Tua moglie. Ella è casta e pura. Ravana non ha mai appoggiato nemmeno un ditto su di Lei’. Persino mentre la stava rapendo, spingendoLa, trascinandoLa, toccandoLa, ma non intendo dire che La toccasse con un ditto nel modo malvagio di cui sto parlando, in un modo, come dire, scandaloso.  Quindi – dove ero rimasto? Vedete, Sita venne portata lì casta per Rama. Lei lo sapeva. Anche quando Egli La mandò nella foresta, dopo aver sentito parlare il lavandaio   …… non era proprio per gioia, capite. Lo fece perché voleva dare l’esempio. Dunque, ecco perchè con il cuore pesante Egli chiese a Lakshmana di condurLa nella foresta. Ma Lui non era a conoscenza che Sita fosse incinta. Poi conoscete Luv, Kush e il modo in cui Valmiki prese Sita e come venne ricordato a Rama di Sita e così via.

Ma Rama, se analizziamo veramente la Sua vita, perchè diciamo che Rama è un esempio? Si tratta di come Egli ha gestito ogni faccenda del Suo regno. Prima di pensare a Se Stesso, Egli ha pensato alla Sua gente. Non al Suo trono. Se Egli avesse pensato al Suo trono, avrebbe già combattuto quando Dasharatha  gli disse di andare in esilio per 14 anni. No, Egli non pensò al Suo trono, Egli non stave proteggendo il Suo trono. Egli stave proteggendo il Suo dharma. Egli stave facendo quello che doveva essere fatto per il benessere della società. Ecco perchè ha mandato via Sua moglie, non per interesse della Sua reputazione ma del Suo regno, poichè Lui voleva stabilire un esempio. Invece, Bhishma e Drona, tutti costoro, non stavano stabilendo un esempio. Erano proprio incapaci. Si sono resi impotenti. E allora per quale scopo stavano svolgendo il proprio compito? Vedete, uno sta svolgendo il proprio compito per interesse della sua gente, gli altri si preoccupavano solo di proteggere il regno, la loro promessa, la loro reputazione.

Perciò, c’è una grande differenza tra i due.

D: Guruji, spesso quando parlo del nostro cammino Vaishnava con la gente, noto  come spesso ho la tendenza a diluire o addirittura a nascondere alcuni insegnamenti per renderlo più accettabile alle persone. Ma dopo non mi sento con la coscienza a posto. Cosa puoi consigliarmi di fare? Adattare gli insegnamenti alle persone o semplicemente parlarne per com’è effettivamente?

PV: Guardate, prima di tutto, quando vi avvicinate alle persone e volete parlare del vostro percorso, come ho detto qualche giorno fa, ho ditto che dovete porlo in un modo che la persona possa capire. Questo non significa che dovreste nascondere che siete Indù, che siete su un sentiero Vaishnava. Vedete, dovreste dirlo, ma porlo in un modo che porti quella persona da ciò che comprende a ciò che voi volete veramente darle. Conducetela, portatela in un viaggio partendo dal suo punto di vista, a vedere come voi la vedete.

Quindi, non c’è bisogno di sentirsi in colpa se è la prima volta che si parla del proprio percorso spirituale. È normale. Sapete, molto spesso le persone si sentono un po’ a disagio, pensando: “Come? Se mi apro completamente, penseranno che sono pazzo”. E un altro aspetto è che, se cominciate a parlare del cammino Vaishnava, se conoscete davvero il vostro cammino, c’è un certo concetto che a loro è del tutto estraneo. Non capiranno di cosa state parlando. Quindi, al posto di incoraggiarli veramente ad andare sul sentiero spirituale, potreste scoraggiarli, perché per loro sarebbe troppo.

Ecco perché bisogna andare lentamente e parlare il loro linguaggio. Portateli in questo viaggio fino a quando non riuscirete a dare loro quello che avete dentro di voi. Ma per fare questo occorre anche educare se stessi, capite? La conoscenza è importante. Ve lo ricordo ogni giorno. Diversamente, sarà difficile.

D: Guruji, sul sentiero spirituale ci viene insegnato che è bene passare del tempo con persone che la pensano come noi e con persone sullo stesso sentiero spirituale. Tuttavia, alcuni dei miei amici più cari sono quelli che non si trovano sul sentiero spirituale e che non sono nemmeno vegetariani. Mi sembra che queste persone siano più genuine e siano persone migliori di quelle che sono effettivamente sul sentiero spirituale. È sbagliato da parte mia sentirmi così?

PV: No, non è sbagliato. In realtà, sai, l’ho detto spesso che ho incontrato delle brave persone sul sentiero spirituale, ma ho le peggiori persone sul sentiero spirituale, perché, vedi, molto spesso sul sentiero spirituale la parte triste è che alla gente piace fingere di essere molto santa e molto, molto, molto superiore agli altri.

Questo è davvero un pericolo, quando affiora l’orgoglio spirituale, e questo è il punto in cui si cade ancora più in basso. Quindi, non è sbagliato, non trovo sbagliato che tu abbia amici e persone che ti sono care, che non sono sul sentiero spirituale e che non lo capiscono, o che non sono nemmeno vegetariani, ma tu sei la luce che brilla nell’oscurità. Molto spesso le persone sono sedute nell’oscurità dell’ignoranza. Non sanno nulla. Ma stando loro vicino, puoi condividere quello che hai dentro di te, direttamente o indirettamente. Quindi, ecco cosa vi dirò prima di tutto, diventate forti nel vostro cammino spirituale, considerate di circondarvi o di stare in compagnia di persone che la pensano come voi, perché ciò significa che se non siete abbastanza forti, prima o poi ricadrete, che lo vogliate o no, perché la vostra debolezza interiore vi riacciufferà. Ed è a questo che bisogna stare molto attenti. Ecco perché, quando diciamo che se si è sul percorso spirituale, bisogna essere tra persone che la pensano come noi, ciò significa fortificarsi prima di tutto. Diventate forti nel vostro cammino; diventate forti nel vostro obiettivo, diventate forti nel vostro impegno spirituale, poi potrete andare ad aiutare gli altri. Finché non sarete forti, una piccola tentazione vi farà cadere. Ne ho visti molti,  anche persone che avevano preso l’iniziazione, dire : “Sì, siamo devoti, indossiamo il kanti mala”, e poi li si vede sulla loro pagina Facebook con la bottiglia di vino, mentre dovrebbero sapere molto chiaramente che questo non è giusto, capite? Così, si vede che, quando si è forti, si ricade di nuovo nei vecchi samskara. Quindi prima bisogna diventare forti. Devi diventare veramente ancorato alla tua fede, ancorato alla tua disciplina, sai. Questo non significache non puoi dire “ciao” al tuo amico, non puoi bere un tè o qualcos’altro con il tuo amico. Questo lo puoi fare, ma non dargli molta importanza fino a quando non sarai abbastanza forte da condividere la tua vita spirituale, perché altrimenti cadrai di nuovo da dove sei ora, capisci? Come Krishna ha ditto nel capitolo 3, verso 9, : ‘Vedi, in questo mondo qualsiasi cosa facciamo, creiamo karma, ma ci sono certe cose che facciamo nello stato di sacrificio, e quanto tale atto viene compiuto, diventa liberazione.  Ti libera”. Quindi, vedete, qualsiasi cosa facciamo in questo mondo, la facciamo attraverso la nostra mente, no? E quando lo facciamo, ci affezioniamo alle cose. Così, attraverso l’attaccamento che creiamo, otteniamo, costruiamo un muro così grande che quello che abbiamo dentro non brilla. Quindi, si tratta dello stato in cui state agendo nella vita; se siete sul vostro cammino spirituale, siete qui per portare qualcosa di più profondo, qualcosa di più grande. Non siete qui per creare più karma che vi trascini giù, no? Siete qui per essere liberi. Ma come potete essere liberi se qui [toccando la Sua testa] siete deboli, se nella vostra fede siete deboli? È molto difficile. Quindi, prima di tutto dovete capire che tutto quello che fate, lo fate per il servizio del Signore. E questo è uno stato della mente, se lo fate così, allora non creerete alcun attaccamento. Non creerete alcun degrado, perché  diventate una tale presenza da essere lì solo per innalzare (gli altri). Se la vostra presenza non può trasformare qualcuno, significa che dovete rafforzarvi ancora, dovete diventare più forti nel vostro cammino.

C’è una bellissima  storia di un tale sacrificio, un tale servizio, stando nel mondo pur continuando a ricordarsi che qui ciò che Dio ci ha dato è solo per il Suo piacere, per il Suo servizio, che la nostra stessa vita  è soltanto per servirLo.

Siccome stavamo parlando di Rama, c’è un Raghu, perché Rama proviene dalla dinastia dei Raghu, è un discendente del Signore Rama. Era un re meraviglioso, un re eccezionale, sì. Così, dopo aver fatto il suo dovere di re, decise: “Qualsiasi cosa io abbia fatto non era per me, era per la società, era per Dio, perché tutto ciò che ho fatto era solamente per servizio”. Ciò che è stato donato a me, devo restituirlo a Lui”.

Quindi, la sua comprensione era che la sua vita fosse di per sè una vita di abbandono, una vita nel continuo ricordo di ciò, del fatto che era qui per servire Dio, e che ogni cosa egli avesse fatto era per l’interesse di Dio.

Così, dopo aver finite il suo servizio, decise di fare un sacrificio, uno yagna. Era lo yagna che viene fatto per restituire tutto ciò che si possiede alla società.

Quindi, fece questo yagna. Dopo lo yagna diede tutti i suoi beni al suo popolo, alla comunità. Poi si vestì con uno straccio, prese una ciotola per l’accattonaggio e se ne andò. Così, andava in giro a mendicare il suo cibo. Un re che aveva tutto, capite? Egli ricorda a se stesso che è come l’acqua, l’acqua arriva, sta sulla terra, evapora, va in cielo… in cielo, voglio dire nelle nuvole. Sale come vapor acqueo, si condensa e torna di nuovo sulla terra come acqua, come pioggia.

Egli si ricordò che tutto ciò che aveva ricevuto qui in questo mondo, era per servizio, che egli era qui solo per occuparsene come un manager, per gestirlo soltanto, ma che tutto appartiene a Dio. Così, lasciò tutto e se ne andò.

Un bel giorno, mentre chiedeva l’elemosina e si sentì stanco e si sdraiò accanto a un albero. Mentre era lì sdraiato, sentì per caso delle persone che parlavano. Queste persone dicevano: “Com’è grande il re Raghu che ha rinunciato a tutto così e se n’è andato. Sai, è così eccezionale. Abbiamo un re meraviglioso.”

Egli lì udì per caso e disse: “Ma che cosa state dicendo di questo Raghu? E lo disse con un certo tono.

Sapete, naturalmente, quelle persone non riconobbero che lui era il re in persona, perché aveva l’aspetto di un mendicante, e dissero: “Perché dici così con questo tono?

Lui disse: ‘Sì, è così. Potete andare a chiedere al vostro re con cosa è venuto, per  proclamare che ha dato via tutto? Andate e riferite questo al vostro re, il vostro re è nato con le mani vuote”.

Come  Krishna  ha detto nella Gita, sei nato a mani vuote. Tutto quello che hai preso, l’hai preso da questo mondo e dovrai lasciare tutto in questo mondo.

Così, il re Raghu, sotto forma di mendicante, disse: “Andate e chiedete al vostro re, che cosa ha portato in questo mondo a cui avrebbe rinunciato?”

Quindi, vedete, tutto quello che abbiamo preso, l’abbiamo preso da qui e tutto rimarrà qui, ma se si riesce trasformare la vita di qualcuno,  se si può fare la differenza nella vita di qualcuno in modo migliore, avvicinarlo al Divino, sì, come nella domanda precedente, che Swami Revati aveva letto, se non posso parlare del mio cammino spirituale direttamente a qualcuno, innanzitutto, devo parlare la sua lingua, ma mi sento in colpa dentro di me, ma di nuovo non è sbagliato stare tra persone che sono tuoi amici e che sono non-vegetariani e così via, ma ricordati continuamente da che parte stai, che cosa puoi dare loro. Questo è ciò che devi fortificare dentro di te. E quando questo diventa forte dentro di te, se tu lo fai, niente ti può smuovere. Sarai ancorato così fortemente che comincerai a trasformare la vita di quelle persone. Perché, vedi, essendo un devoto, tu risplendi in modo diverso, il tuo agire è diverso, hai una certa radianza dentro di te che è completamente diversa da una persona mondana.

Una persona mondana, a causa della paura della vita, per la paura di volere questo, avendo una diversa comprensione, di conseguenza non ha quel bagliore che risplende dentro di sé. Come ho detto prima, le persone si sono costruite un muro così spesso che neppure la luce dell’Atma riesce ad attraversarlo. Non hanno la minima idea. Invece, essendo un devoto, ne hai quel barlume. Attraverso la Grazia del Signore, attraverso la Grazia del Guru, hai quello spiraglio di luce nella tua vita che ti consente di trasformarla.

Quindi, diventate più forti; è vero, molto spesso percepirete che le persone del mondo sono più gioiose e felici e comprensive rispetto alle persone spirituali, perché le persone spirituali si sono chiuse in una scatola angusta e pensano di essere così speciali. Difatti, non hanno capito veramente cosa sia la spiritualità. Perché nella spiritualità, quando si dice di essere spirituali, si ha un modo più ampio di vedere la vita. Vedete, avete un modo più ampio di capire le persone. Non c’è giudizio. Purtroppo molte persone sul sentiero spirituale hanno la capacità opposta, invece le persone che sono nel mondo hanno la qualità di avere più comprensione e di essere più felici. Ma sono veramente felici? Hanno veramente una comprensione della vita stessa? Non credo. Sono ancora alla ricerca. E se Dio ti ha portato da loro, quello che ti chiedo di nuovo è: diventa più forte così che tu possa condividere quello che hai dentro di te.

Jai Gurudev!