Live da Vrindavan

Jai Gurudev a tutti!

Potete ancora sentire la vibrazione delle conchiglie e delle campane, e di tutti i suoni che siamo riusciti a produrre con gioia e felicità. Il coprifuoco è così qua in India. Ciò accade perché, secondo le tabelle astrologiche, la Luna sta entrando in una fase diversa, nel Revati Nakshatra, e ciò porta una certa trasformazione e un cambiamento nel corpo stesso. Quando battete le mani, stimolate la circolazione sanguigna e questo attiva una certa gioia e felicità. A dire il vero, si sostiene che se ci sono virus o quant’altro, durante questo periodo si trovano al loro picco più basso e debole. Perciò stiamo a vedere, e preghiamo affinché i cambiamenti possano avvenire. Giusto adesso ho ricevuto un messaggio riguardo a dei francesi che hanno testato una cura contro il Corona Virus, per cui, per Grazia di Dio, di Giridhari, il mondo tornerà di nuovo alla normalità. È stato davvero bello stare un po’ tranquilli. Qui a Vrindavan potete percepirlo dappertutto – potete sentire la vibrazione, i rumori.

Dunque, vediamo le domande. Swami Revati?

Q: Jai Gurudev Guruji, come possiamo accettare pienamente di non avere alcuna relazione intima esteriore con il Guru, e come possiamo sviluppare una relazione interna forte e profonda con Te dentro i nostri cuori?

A dire il vero, per avere una relazione esterna con il Guru ed essergli vicini, occorre avere la capacità di gestire la presenza del Guru. Non pensiate che sia facile essere vicini al Maestro, perché più vi avvicinate a lui, più dovete essere forti dentro di voi. Spesso vedrete persone molto vicine al Guru, ma solo coloro che possono sostenere tale vicinanza Gli sono prossimi. Se una persona non è in grado di avere a che fare con il Guru, la situazione può rivelarsi molto traumatizzante, per via della Sua energia, e poiché ciò che Egli dice deve essere seguito molto rigidamente. Per questo motivo, il Guru tiene vicino a Sé solo coloro che sono in grado di gestire tale situazione. Come dicevo ieri, Arjuna chiese al Signore Krishna di rivelare la Sua Forma Cosmica, tuttavia egli disse “Solo se Tu vedi che ne sono degno, se posso sopportarlo”. Allo stesso modo: avere a che fare col Guru una volta ogni tanto è facile, va bene, ma stare continuamente in prossimità del Guru, è difficile da gestire. Ecco perché il Guru tiene vicini solo coloro che ne sono in grado.

Per tutti quelli che invece non ne hanno la possibilità, la via migliore è quella di seguire gli insegnamenti del Guru e trovare la Sua guida interiore. A questo proposito, per favore, quando dico di “trovare la guida interiore”, non sto dicendo che dovete perdervi in fantasie. Molto spesso le persone iniziano a fantasticare, a creare cose nella loro mente, e cominciano a credere in quelle cose. Allora vanno un po’ fuori di testa e si compiacciono nel raccontare storie alla gente. Perciò, per favore, siate consapevoli anche di questo nella vostra vita: che qualsiasi cosa sperimentiate in merito al Guru interiore, deve corrispondere a ciò che il Guru dice.

Per questo motivo, è molto importante studiare e focalizzare veramente la vostra mente e l’intelletto negli insegnamenti del Guru. Imparate a conoscere il linguaggio usato dal Guru, e se il vostro Sé interiore parla lo stesso linguaggio, allora ascoltatelo. Se però e vedete che il vostro Sé interiore sta parlando una lingua diversa da quella del Guru, non ascoltate. Allora è la mente che vi sta parlando.

Q: Guruji, nonostante siamo con Te da un po’ di tempo, e sappiamo che ciò che vogliamo essenzialmente è qualcosa di diverso da questo mondo, spesso sperimento sentimenti d’indifferenza, perché non desidero questo mondo, ma anche il percorso spirituale è difficile. La disciplina è l’unico modo per superare tutto ciò?

Beh, vedete, il percorso spirituale non è un percorso facile. Non è per tutti. Tutti sono chiamati a essere spirituali, ma solo alcuni vi si possono connettere. Infatti, quando vi incamminate sul percorso spirituale, dovete applicare una certa disciplina su di voi. Non si tratta di avere il Maestro che vi corre dietro e vi dice cosa dovete fare e cosa dovete cambiare continuamente. No. Si tratta di avere autodisciplina. Ad esempio, praticare la vostra sadhana. Il Guru ha detto di praticare la sadhana, allora bisogna praticare la propria sadhana. Occorre applicare quella disciplina verso se stessi. Se si è disciplinati con se stessi, ogni cosa fluirà in modo molto liscio. Ma se ci si mette pressione, allora diventa difficile.

Dunque, il percorso spirituale è molto facile, e allo stesso tempo molto difficile. E’ facile quando lo si abbraccia e lo si percorre veramente. Allora diventa molto semplice. Ma se lo fate con un atteggiamento del tipo “Oh, Dio mio, adesso devo fare la mia sadhana, ora devo fare il mio Kriya”, vi mettete i freni da soli, e allora diventa difficile, perché non lo state facendo con amore, non lo state facendo con felicità, con gioia. Ogni cosa, fatta con gioia, diventa molto semplice. Qualsiasi cosa fatta invece per necessità diventa difficile. All’inizio, certo, dovete forzarvi, perché non fa parte della vostra routine. Non è il vostro modo normale di funzionare, per cui di fatto dovete forzarvi. Ma non scoraggiatevi. Vi accorgerete che il vostro percorso spirituale vi è stato destinato già molto tempo fa. Non sareste mai finiti sul percorso spirituale se non fosse fatto per voi. Allora abbracciatelo e provateci, anche se fate poco, ma quel poco provate a farlo con gioia e felicità.

Q: Guruji, perché i ricchi, i potenti e i corrotti sopravvivono, mentre le persone povere e oneste hanno difficoltà a sopravvivere? Ho osservato spesso questo fatto. È per via di karma passati?

Guardate, in realtà si può sopravvivere in qualsiasi modo; non direi che solo i ricchi sopravvivono e i poveri no. Se osservate bene, noterete che molto spesso i ricchi corrono verso qualcosa di illusorio. Essi non sanno cosa stanno davvero cercando, perché pensano che avendo i soldi, avendo tutto, possono controllare ogni cosa. Il che non è vero! Quella felicità non riguarda l’essere ricchi o poveri, essa è equamente donata a coloro che la bramano veramente; coloro le cui menti sono pienamente assorbite in essa, troveranno questa felicità. Dunque, non possiamo dire che solo le persone ricche siano felici. Conosco molte persone ricche che non sono felici. Non sanno nemmeno cosa stanno cercando. Conosco invece molte persone povere che sono davvero felici e contente con ciò che hanno.

Abbiamo avuto un Darshan qui a Gennaio, e vi dirò una cosa che trovo bellissima: c’era un gruppo dall’Haryana, uno stato qui vicino, che è venuto per il Darshan. Ho chiesto a una signora di quel gruppo “Cosa desideri?”. La signora ha detto “Guruji, voglio solo la Grazia di vedere Radharani una volta, nient’altro”.

Quella non era una richiesta superficiale. Proveniva dal cuore. Queste sono persone molto semplici. Sanno cosa le renderà davvero felici. E così anche le persone ricche. Ho così tanti devoti che sono veramente e sinceramente sul proprio percorso, e per loro la cosa è chiara. Perciò non è questione di ricchi o poveri. È questione di come ci si connette con la realtà, di come ci si connette con Dio nella propria vita. È vero che spesso le persone si trovano in un mondo illusorio, specialmente i ricchi, perché hanno tutto. Sono davvero felici perché hanno tutto sul piano materiale? No, non lo sono! Molte persone non sono davvero felici. Stanno ancora cercando la felicità, specialmente quella vera. Pensano che facendo compere a destra e a manca saranno felici.

No, così non saranno mai felici. Se davvero volete trovare la felicità, scavate nel vostro percorso, andate in profondità sul vostro sentiero, e troverete la felicità. Troverete ciò che state cercando, quella contentezza. È simile a quando si cerca l’acqua. Vedete, se voglio trovare l’acqua e scavo un buco profondo 30 metri e non la trovo, allora mi sposto di qualche metro e scavo un buco di 20 metri, aspettandomi ancora di trovare l’acqua. Se non trovo l’acqua, scavo un altro buco per altri 20 metri, e ancora non trovo l’acqua. In quel modo, molte persone scavano buchi ovunque, aspettandosi di trovare ciò che stanno cercando. Se invece uno è intelligente e scava in un solo posto un buco più profondo – al posto di scavare per 30 metri qui e 20 metri là, scava per 80 metri in un buco solo – alla fine troverà sicuramente l’acqua.

Se siete davvero sinceri riguardo al vostro percorso, che siate ricchi o poveri non importa. Andare in profondità con sincerità nel vostro percorso spirituale, vi farà trovare ciò che state cercando.

Q: Guruji, quando guardo i santi e i Maestri, sembra che la maggior parte, se non tutti, dei loro discepoli che diventano realizzati, sono quelli che hanno lasciato tutto e vissuto solo per il Guru e Dio. Per i devoti con famiglia come noi, è possibile ottenere quella stessa Realizzazione, e, se così, qual è il Tuo consiglio per noi?

Come disse Krishna nel Capitolo 8, verso 3 [corretto dopo con 5], Egli disse che coloro la cui mente è concentrata su una certa cosa, la raggiungeranno. Dunque Egli disse ad Arjuna “Concentra la tua mente su di Me”. Che siate grihasta o completamente distaccati. Nel Capitolo 8 verso 4 [corretto dopo con 6] Egli disse “Coloro la cui mente e l’intelletto sono concentrati su di Me, verranno a Me”. Perciò non si tratta di essere grihasta o celibe, perché non tutti sono chiamati a una vita da rinuncianti; non tutti sono chiamati a una vita da grihasta. Dunque, ovunque il vostro dharma vi abbia portati, là il Divino rivelerà Se stesso.

Fino a che punto siete veramente focalizzati? Tanti indossano una tunica da sannyas, ma le loro menti sono pienamente immerse nel mondo materiale; sono dei veri uomini d’affari. Pensate che essi otterranno la grazia del Signore? Pensate che Lo raggiungeranno? No, non lo faranno!

Ci sono molti grihasta che, una volta terminata quella parte della loro vita, hanno impiegato il loro tempo per dedicarsi completamente al servizio del Signore. Quanti ne abbiamo visti così nei nostri viaggi? Lo stato di grihasta non dura tutta la vita. Arriva un momento in cui si dice “Guardate, sento che sono stato chiamato per dedicare la mia vita [a Dio]”. Allora succede anche questo. Ci sono così tanti santi che sono stati sposati, e persino durante il matrimonio hanno pienamente dedicato la loro vita al loro amato Signore. Prendete Tukaram, ad esempio. Tukaram non è mai stato un sannyas; era pienamente presente nel suo matrimonio, aveva figli e tutto il resto, MA la sua mente era completamente assorbita in Vitthala. Non vi era un solo momento in cui la sua mente non fosse immersa in Vitthala. Ce ne sono molti di santi così. Come Namdev, il quale era sposato, ma la sua mente era totalmente immersa nell’amato Krishna. Perciò, ovunque siate, qualsiasi percorso di vita abbiate preso, che sia grihasta o sannyasa, ciò che più conta è in quale misura state costruendo la vostra relazione con Dio.

Okay, quella era l’ultima domanda per oggi:

Jai Gurudev a tutti! Spero che stiate tutti bene, ovunque voi siate. Oggi ho sentito che c’è appena stato un grosso terremoto in Croazia. Le mie preghiere e il mio Amore vanno a tutti i devoti croati e a tutte le persone in Croazia. Rimaniamo sempre positivi e continuiamo a cantare il Nome di Dio, sempre, ora che l’Europa e altri posti nel mondo stanno attraversando un momento simile.

Jai Gurudev!