“Sapete, certe cose accadono anche come monito per il vostro cammino spirituale. Spesso vi guarderete indietro nella vita. Avere una seconda vita non significa solo che, dato che si è avuto un certo incidente o malattia traumatica, dai quali si è stati curati, allora si ha la possibilità di vivere una seconda vita. Avere una seconda vita significa anche trovare il proprio cammino spirituale, prendere il vecchio modo di vivere, metterlo da parte e dire: “Io sono una persona nuova”. Anche questa è una seconda vita. Non dovrebbe essere solo un monito drastico, violento.
Sapete, mi ricordo che una volta, quando ero giovane, c’era un uomo che veniva da me e mi diceva: “Swamiji, voglio sempre fare qualcosa”. Voglio sempre fare qualcosa”. E ricordo che avrei voluto dirgli: “Ascolta, ti dovresti calmare un po’, sai, e dovresti anche prenderti del tempo per te”. Perché era una persona meravigliosa, amava fare seva, comunque gli dissi: “Cerca di calmarti, prenditi del tempo anche per tè. Non ha ascoltato. Così, Madre Natura gli insegnò in un modo molto forte che doveva prendersi del tempo”. Infatti, ebbe un attacco di cuore, di lieve entità, e rimase in ospedale per mesi. Ricordo che andai a trovarlo e lui disse: “Avrei dovuto ascoltarti”. Bene, vedete, potete ricordarlo alle persone, ma faranno sempre quello che vogliono, no? Questo è il modo in cui si comportano gli umani.
Si tratta della stessa cosa quando cantiamo la Gloria di Panduranga. È veramente una storia meravigliosa.
È una storia del santo Pundalik. Il Santo Pundalik non è sempre stato un santo. Egli aggrediva le persone nella foresta. Come Valmiki. Ma serviva i suoi genitori, sua madre e suo padre. Amava molto sua madre e suo padre e li serviva, ma nei confronti di tutti gli altri era molto crudele.
Un giorno, egli si sposò. Nel momento in cui si sposò, il suo atteggiamento verso i suoi genitori cambiò radicalmente tanto che egli divento crudele con i suoi genitori. Li torturava e non dava loro nemmeno da mangiare. I genitori erano così stanchi di fare questa vita che dissero, “Ascolta…” – Non avevano più nessuna gioia di vivere in casa loro quindi decisero di andare in pellegrinaggio a Kashi, poiché Kashi è un luogo molto sacro. Quindi dissero al figlio, “Noi stiamo andando a Kashi con i pellegrini.” Quando il figlio sentì ciò, lo raccontò a sua moglie, la quale disse, “Va bene, andiamo anche noi a Kashi.” Quindi, Pundalik e sua moglie viaggiarono a cavallo e lasciarono che i genitori camminassero. I genitori camminarono per giorni interi, e quando si fermavano per la notte, dovevano dar da mangiare agli animali e così via. Quindi, la tortura continuava. Rimpiansero così tanto di essersi messi in pellegrinaggio… ”Oh Bontà mia, perché abbiamo deciso di fare questo pellegrinaggio?”
In questo modo, ogni pausa notturna era terribile per i genitori.
Finalmente arrivarono in un ashram di un saggio chiamato Kukkut Rishi e decisero di fermarsi per qualche giorno. Di nuovo succedeva la stessa cosa. Durante quella notte nell’ashram di Kukkut Rishi, Pundalik non riusciva a dormire, quindi gli chiede “Dove si trova Kashi?”.
Il rishi disse, “Non lo so”.
Egli disse, “Eh? Com’è possibile che tu non lo sappia? Sei una tale grande personalità, sei così riverito come un santo, com’è possibile che tu non sappia niente di Kashi?”
Egli disse, “Beh, io non so niente di Kashi perché non ho bisogno di andarci. Sai, se vuoi conoscere qualcosa devi sentirne il bisogno.” Egli non aveva bisogno di andarci. Egli disse, “Sono nel mio ashram, non ho bisogno di andare da nessuna parte.”
Quella stessa notte, a notte fonda, Pundalik non riusciva a dormire e si domandava, “Che razza di persona è questa?” Sapete, tutti sanno dove si trova Kashi, è un luogo talmente sacro, com’è possibile che egli non lo sappia? Di certo Pundalik pensò che gli mancava qualche rotella. Quindi, con questi pensieri nella mente, vide improvvisamente di fronte a lui tre bellissime fanciulle che però vestivano con abiti tutti sporchi e stracciati. Entrarono nell’ashram e cominciarono a pulire l’ashram del rishi. Egli era scioccato, e pensava, “Come mai queste donne sembrano venire dall’alta società, e perché stanno pulendo l’ashram di questo santo – di un tale Guru? E così tardi nella notte? E se ne andò a letto continuando a pensarci.
Il giorno dopo accade la stessa cosa: egli le vide entrare, lavare l’ashram, pulire l’ashram, mettere tutto in ordine, poi entrarono in una stanza e ne uscirono bellissime, con vestiti molto eleganti, gioielli e tutto quanto, per poi lasciare l’ashram. Era incuriosito. Ogni notte la stessa storia. Chi sono queste persone? Chi sono queste donne? Allora decise di avvicinarle durante la terza notte, e chiese loro: “Vi prego, potete dirmi chi siete e perchè venite a pulire l’ashram ogni notte?”
Allora, la prima di loro disse, “Io sono Ganga.” La seconda disse, “Io sono Yamuna.” E la terza disse, “Io sono Saraswati.” I tre fiumi sacri: Ganga, Yamuna e Saraswati. Dissero, “Noi veniamo qui perché chiunque venga a noi ottiene di lavare via i propri peccati in noi e noi veniamo qui per lavare via i peccati di tutti servendo Kukkut Rishi.”
Allora egli disse, “Ma per quale motivo?” Vedete, nella sua testa si diceva, “Wow! Questo uomo non sa neppure dove si trova Kashi, eppure Ganga, Yamuna e Saraswati stesse vengono a lui.” Quindi si chiedeva, “Perché egli è così speciale?”
Allora Ganga, Yamuna e Saraswati dissero:
“Kukkut Rishi è una persona talmente grandiosa e ha ottenuto un tale livello di spiritualità solamente servendo i propri genitori, nient’altro. Non ha servito altri che i suoi genitori.” Attraverso ciò ha accumulato abbastanza punya (meriti) che le stesse Ganga, Yamuna e Saraswati sono venute per servirlo. E nel servirlo, esse puliscono tutte le impurità ed i peccati delle persone che si bagnano in esse.
Nel sentire questo, Pundalik rimase scioccato. Dopodiché cominciò a rendersi conto del proprio errore. Si rese conto di cosa aveva fatto ai suoi genitori. Da quel giorno in poi, ci fu una completa trasformazione in lui. Cominciò a servire i suoi genitori con Nivrita Bhakti, la devozione completamente focalizzata. Quindi, il giorno successivo, i suoi genitori erano a cavallo, mentre marito e moglie camminavano dietro di loro. Andarono a Kashi, visitarono tutti i luoghi sacri e ritornarono a casa loro nel Pandarpur.
Questo è il momento in cui il Signore Krishna fece loro visita. Bhagavan Krishna si presentò alla porta chiamandolo, “Pundalik!” In quel momento Pundalik stava servendo sua madre e suo padre e Bhagavan lo chiamò.
Ma Pundalik disse, “Bhagavan, ti prego, aspetta.” Poi prese un mattone che era lì vicino, lo lanciò fuori e disse, “Stai in piedi su questo mattone, poi arrivo.”
Quindi, dopo un po’ di tempo, dopo che i genitori erano stati serviti e tutto quanto, Pundalik uscì, si inginocchiò a
Panduranga, a Krishna, e disse, “Signore, perdonami, stavo servendo i miei genitori.”
Bhagavan fu così toccato dalla sua devozione che gli chiese, “Che cosa desideri?”
Nel vedere questa bellissima forma del Signore che stava in piedi su di un mattone, egli disse, “Bhagavan, vorrei che Tu rimassi qui per sempre.”
Così, il Signore manifestò la Sua forma. Da Lui apparve la divinità di Panduranga in piedi su di un mattone. Questa è la divinità che vedete a Pandarpur. Non si tratta di una murti scolpita, è una swayambu, si tratta cioè di una murti automanifestata. Un’altro Suo nome è Vithoba, che significa “il Signore che sta in piedi sul mattone”.
Quindi, vedete, la possibilità di una rinascita o un monito arriva nella vita in molti modi. Per alcuni avviene in modo molto scioccante, mentre per altri avviene come un promemoria attraverso il Guru ed i santi. Tuttavia bisogna apprezzare la vita e rendersi conto di quanto sia preziosa, e del perché Dio ha dato la vita, cioè con l’unico scopo di poterLo raggiungere. Questa realtà finirà, vero? Ma la vostra relazione con Lui non finirà. Voi potete dimenticarlo, ma Egli non se ne dimentica. Ecco perché, di tanto in tanto, Egli spedisce i suoi biglietti da visita!”